10 modi in cui fraintendiamo i nostri figli

by Martina
mamma e figlio

Qualche giorno fa ho letto su The Green Parentun post che mi ha fatto molto riflettere. Abbiamo terminato (velocemente) la fase di spannolinamento (dinamica che vi racconterò con molta più calma) e ho avuto nel mentre delle problematiche personali che inevitabilmente hanno influenzato il mio stato d’animo.

Questo articolo in alcuni tratti è stato illuminante e ho pensato quindi di tradurlo per voi, e per me. Spero sia tanto utile anche a voi come lo è stato per me!

10 modi in cui fraintendiamo i bambini

  1. Ci aspettiamo che i bambini siano in grado di fare cose per le quali non sono pronti. Chiediamo ad un neonato di stare calmo. Chiediamo ad un bambino di due anni di stare seduto. Chiediamo ad un bambino di 3 anni di sistemare la sua stanza. In tutte queste situazioni siamo irrealistici. Ci stiamo preparando ad essere delusi e stiamo creando una serie di frustrazioni ed insuccessi nei bambini che non sono in grado di fare quello che abbiamo chiesto.
  2. Ci arrabbiamo quando un bambino non viene incontro ai nostri bisogni. Un bambino può solo fare quello che è in grado di fare. Se un bambino non può fare quello che gli chiediamo, è sleale ed irrealistico aspettarci o chiedere di più, e la rabbia rende le cose ancora più difficili. Aspettarsi di più è irrealistico e non è assolutamente d’aiuto. Ci sono dei limiti entro i quali un bambino può gestire le cose e le situazioni, se non accettiamo questi limiti l’unico risultato è frustrazione da entrambi i lati.
  3. Non ci fidiamo delle motivazioni dei bambini. Se un bambino non è in grado di soddisfare le nostre aspettative supponiamo che sia un ribelle, invece di guardare da vicino la situazione dal suo punto di vista, così da poter determinare la veridicità della questione. In realtà un bambino “provocatore” può essere malato, stanco, affamato, sofferente, in preda ad una ferita fisica o emotiva o ad esempio lottare contro un antagonista non ancora diagnosticato come un’allergia alimentare o un’intolleranza.
  4. Non lasciamo che i bambini siano bambini. Succede quando qualcuno dimentica cosa significa essere un bambino e pretende che un bambino si comporti come un adulto. Un bambino sano sarà vivace, rumoroso, emotivamente espressivo e avrà una bassa durata di attenzione.Tutti questi “problemi” non sono affatto problemi, ma in realtà sono caratteristiche normali di un bambino normale.Piuttosto, è la nostra società e le aspettative di un comportamento perfetto della nostra società ad essere anormali.
  5. Facciamo le cose al rovescio. Ci aspettiamo, e chiediamo, che il bambino soddisfi le nostre necessità – per la calma, per il sonno ininterrotto, per l’obbedienza alle nostre richieste e così via. Invece di accettare il nostro ruolo genitoriale che consiste nel soddisfare i bisogni dei nostri figli chiediamo che siano loro a soddisfare i nostri. Possiamo fossilizzarci talmente tanto nei nostri bisogni non soddisfatti e nelle nostre frustrazioni da dimenticarci che abbiamo di fronte un bambino, con tutti i suoi bisogni.
  6. Colpevolizziamo e critichiamo quando un bambino commette degli errori. I bambini hanno davvero poca esperienza di vita, ed inevitabilmente commettono errori. Gli errori sono una parte naturale dell’apprendimento a qualsiasi età. Invece di capire ed aiutare il bambino, lo colpevolizziamo, come se dovesse essere in grado di imparare tutto perfettamente la prima volta. Errare è umano,  errare durante l’infanzia è umano ed inevitabile. Tuttavia reagiamo ad ogni errore, sgarro ad una regola o comportamento scorretto con sorpresa e delusione.
  7. Ci dimentichiamo quanto profonde possano essere le ferite di critiche e colpevolizzazioni.  Molti genitori hanno compreso come si scorretto e dannoso picchiare fisicamente un bambino tuttavia molti di noi dimenticano quanto possano essere dolorose parole, insulti e biasimo per un bambino che può solo convincersi di essere in colpa.
  8. Dimentichiamo il potere curativo delle lezioni d’amore. Cadiamo nel circolo vizioso  delle colpe e del comportamento scorretto, invece di fermarci e dare al bambino amore, rassicurazione, conforto, autostima e sicurezza con abbracci e parole gentili.
  9. Ci dimentichiamo che il nostro comportamento è la lezione più importante per il bambino. E’ veramente “non quello che diciamo ma quello che facciamo” ciò che il bambino ricorda e ripete. Deve essere il genitore per primo a reagire ai problemi con soluzioni pacifiche insegnando così al figlio ad essere un adulto pacifico e in armonia.
  10. Vediamo solo il comportamento esteriore, non l’amore e le buone intenzioni del bambino. Quando il comportamento di un bambino ci delude dovremmo sempre “prendere il meglio”. Dovremmo sempre pensare che il bambino avesse delle buone intenzioni e che si sia comportato nel miglior modo possibile considerando tutte le circostanze (note o meno) e la sua esperienza di vita. Se prendiamo sempre il meglio dal nostro bimbo, il bimbo si sentirà libero di fare del suo meglio. Se doniamo solo amore, l’amore sarà quello che riceveremo.

L’articolo originale è a cura di Jan Hunt.

La traduzione è stata curata da me, Martina Celegato

Photo by
Bruno Nascimento

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