Marsupio: riconoscere i modelli ergonomici

by Martina

Quando abbiamo deciso di fare la prima vacanza in montagna con mio figlio abbiamo deciso anche di acquistare un marsupio. Non un marsupio qualsiasi ma un marsupio ergonomico. Ergonomico sul serio.

Mi sono quindi documentata e ho scoperto che la dicitura “ergonomico” non fa riferimento ad un insieme di regole o requisiti che il prodotto deve soddisfare ma può essere utilizzato anche per prodotti che in realtà non lo sono. Ovviamente in questo marasma diventa difficile scegliere il prodotto giusto se non ci si documenta attentamente o se non si hanno persone fidate a cui chiedere informazioni a riguardo.

Magari può sembrare una scelta banale ma non lo è: scegliere il giusto marsupio può prevenire delle sindromi relative alla displasia ai bambini e soprattutto può far diventare il babywearing un momento magico per portato, ossia bambino, e portatore senza dolori causati da supporti non adatti allo scopo. Si perchè ergonomico non fa riferimento solo al bambino ma anche a chi lo porta. Ed è forse questo uno degli aspetti più, ingiustamente, sottovalutati del babywearing.

Ma come scegliere il giusto marsupio?

Ecco alcune indicazioni frutto della mia ricerca pre acquisto del nostro marsupio.

Il materiale

Il materiale del marsupio è fondamentale: deve essere sostenitivo e resistente e allo stesso tempo traspirante e sicuro. La maggior parte dei marsupi ergonomici sono realizzati in tessuti certificati che quindi rappresentano una vera e propria garanzia.

Un tessuto traspirante contente la termoregolazione che è uno devi vantaggi del babywearing. I due corpi a stretto contatto infatti si termoregolano fra loro in maniera del tutto naturale, cosa che non potrebbe avvenire se i due corpi fossero circondati da tessuti non traspiranti.

 

Il pannello della seduta

La prima cosa da prendere in considerazione è il pannello della seduta ossia quella porzione di tessuto che si colloca fra le gambe del piccolo. Deve essere abbastanza ampio per andare da cavo popliteo a cavo popliteo. Il pannello deve essere così ampio perchè in questo modo le gambe del bimbo dovrebbero avere una postura ad M con le ginocchia leggermente più alte, postura che previene e cura la displasia dell’anca.

Come potete vedere dall’immagine sottostante questa postura è la postura fisiologica del bambino che permette anche alla schiena di avere un adeguato sostegno. 

Alcuni marsupi ergonomici hanno il pannello regolabile e consentono quindi di essere usati per più tempo.

 

 

Gli spallacci e la fascia ventrale

Un’altra parte fondamentale del marsupio ergonomico sono gli spallacci e la fascia ventrale. Devono essere spessi e molto imbottiti per assicurare comfort e comodità per lungo tempo, senza causare dolori al portatore e devono essere regolabili al massimo per garantire la piena personalizzazione del supporto.

Ricordiamo che il piccolo deve stare sempre ad altezza bacio quindi la fascia ventrale potrebbe dover essere collocata più in alto in base all’altezza e peso del portatore.

 

Utilizzo

Un marsupio ergonomico asseconda quindi la postura naturale del bambino attraverso una posizione comoda e sicura. Non è quindi previsto l’uso fronte mondo che non risponde a nessuna delle caratteristiche elencate. Diffidate quindi da prodotti che si autodichiarano ergonomici pur proponendo questa soluzione.

Il marsupio può essere utilizzato dai 4/5 mesi e oltre fino ai 2 anni o più in base al modello che si sceglie. Per i bimbi più grandi ci sono i modelli toddler.

Prima dei 4/5/6 mesi è sconsigliabile l’uso del marsupio perchè il piccolo ha ancora bisogno di un supporto più morbido e in generale adattabile al suo corpo, come ad esempio la fascia. Non esistono marsupi che possono quindi essere utilizzati dalla nascita (tranne l’Emeibaby che è un ibrido con la fascia).

Per avere il dettaglio delle marche di marsupi ergonomici potete consultare questo post di Babywearing Italia che mette a confronto la maggior parte delle marche in commercio.

 

Tutte le informazioni presenti in questo articolo sono frutto della mia personale documentazione svolta su siti autorevoli nel settore del Babywearing come Babywearing International e International Hip Dysplasia Institute (da cui è tratta anche l’immagine all’interno del post)

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