Tra i tanti miti da sfatare relativi al Metodo Montessori c’è anche quello legato al mondo dello studio.
Molte volte questa domanda viene posta alle insegnanti Montessori in quanto moltissimi genitori si preoccupano, giustamente del passaggio tra la scuola primaria e la scuola secondaria. In effetti i racconti “dell’orrore” non mancano e molto spesso riguardano proprio il cambiamento radicale che si registra fra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, dove la mole di lavoro e il passaggio a molti più insegnanti crea disagio o comunque necessita di un adeguato tempo di adattamento da parte del bambino o della bambina.
La domanda che spesso viene posta fa proprio riferimento allo studio: “Come può un bambino o una bambina che non acquisisce un metodo di studio entro determinati standard alla scuola primaria abituarsi poi ai ritmi di di studio richiesti negli altri gradi scolastici?”
Questa domanda non si può liquidare con delle frasi fatte ma merita un approfondimento ad hoc, perchè le motivazioni fanno riferimento a diverse realtà e aspetti che vado ad approfondire di seguito.
Montessori e metodo di studio
Montessori, da medico quale era, ha elaborato un metodo che si basa su solide basi scientifiche e sulle sue intuizioni che sono poi state confermate proprio dalle neuroscienze. Per tutta la sua vita Maria Montessori ha seguito rigorosamente il metodo scientifico sulla cui base sono stati realizzati i suoi materiali, fin da quelli dedicati alla Casa dei bambini (scuola dell’infanzia). Nulla nel metodo Montessori è lasciato al caso, tutto trova spazio e realizzazione in una cornice scientifica universalmente riconosciuta. Ai bambini e alle bambine viene introdotta questa modalità di lavoro fin dai primi approcci con la realtà, fin dalla manipolazione di oggetti e materiali.
Per i bambini della scuola primaria, che si aprono al mondo e alla sua conoscenza e iniziano il loro percorso di astrazione questa modalità segue un rigoroso metodo universalmente noto: il metodo scientifico. Ai bambini e alle bambine viene introdotta questa modalità operativa fin da piccolə e loro sono naturalmente portatə a seguirla.
L’affermazione “nel metodo Montessori non c’è un metodo di studio” è quindi di fondo sbagliata in quanto, al contrario, il metodo scientifico è presente in ogni singolo momento e attività.
Apprendimento e individualità
L’apprendimento e di conseguenza il metodo di studio sono soggettivi: non esiste un metodo universale per tuttə. Il valore del Metodo Montessori sta anche in questo: riconoscere l’unicità e mettere a disposizione diversi strumenti affinché ognuno possa trovare quello più adatto alla sua modalità di apprendimento.
Anche se viene frequentata una scuola tradizionale il passaggio con la secondaria metterà a alla prova le competenze e abilità di adattamento e apprendimento di ogni singolo individuo. Sperare che un metodo appreso durante la scuola primaria possa essere l’antidoto all’affrontare queste difficoltà è un’illusione. La fatica dello studio e dell’apprendimento sono insite nell’apprendimento stesso non nel senso che devono mettere in difficoltà ma perchè sono parte di un percorso che porta a crescere ed entrare nel mondo adulto, a poco a poco.
Il passaggio può essere più o meno faticoso ma questo non dipende dal metodo di studio appreso o dalle competenze acquisite, al contrario fa molto più riferimento alla sfera psicologica dell’individuo, alla sua capacità di apprendere nuovi schemi mentali e logici, alla sua resilienza e alla sua abilità logica e di ragionamento. E sono proprio queste le competenze che più vengono allenate all’interno di una classe Montessori.
Ogni esperimento, ogni attività, ogni singolo materiale allenano tutte queste competenze trasversali perchè sono strutturati e nati per farlo. Pensiamo ai materiali: sono stati realizzati per essere autocorrettivi, il bambino o la bambina li possono utilizzare in completa autonomia e laddove non riescano hanno tutti gli strumenti a disposizione per trovare una soluzione e portare a termine l’attività.
Un passaggio accidentato
Non è questa la sede per parlarne, anche se ci sarebbe molto da dire, ma sicuramente il passaggio tra la scuola primaria è impegnativo per tuttə ma questo non è dovuto solo alla scuola o alle conoscenze acquisite ma anche alla struttura scolastica che in Italia vede il suo tasto dolente proprio nella scuola secondaria di primo grado, la più recente per istituzione (1962) e la meno riformata.
Sicuramente è la fascia d’età più accidentata dal punto di vista scolastico per diverse motivazioni anche se, come sempre, la differenza la fanno le persone che operano al suo interno e nella scuola secondaria di primo grado ce ne sono moltissime che lavorano con passione e riescono a trasmetterla ai ragazzi e ragazze che hanno davanti.